Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

mercoledì 14 maggio 2014

Io che mi credevo invincibile

Io che mi credevo invincibile.

Sono crollata come una pera marcia ai piedi di un albero troppo carico a fine stagione. Eh si, sto proprio alla frutta, come in metafora.

Dopo anni di fidato lavoro i miei anticorpi hanno dato forfait. Si sono ammutinati, o sono andati in vacanza, questo non l'ho capito. Hanno lasciato una lettera in cui mi confessano che li ho messi troppo sotto pressione, negli ultimi anni.

Me li immagino: a prendere il sole in spiaggia, mentre io sono spiaggiata su questo divano con una felpa del papi più grande di 4 misure, le tasche piene di fazzoletti accartocciati, la coperta di paperina, i capelli con i dread e gli occhi da pankabbestia dopo l'ultimo sballo.

Ricordatemi così. Non mi è mai piaciuto essere banale.

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