Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

domenica 29 luglio 2012

Matrimoni


Quando si sposano i parenti è un disastro, parola di chi ci è passato una volta e di errori non ne commetterà più - promesso. I gemelli, lo sapete, la cosa difficile è “piazzarli”, soprattutto la sera. Perché finché sono ancora piccoli, potete scordarvi di mollarli a una persona sola, se non volete che impazzisca. Se a sposarsi è un parente, automaticamente viene meno un ”lato” di aiuti. Rimane l’opzione baby-sitter e “altro lato” (che nel nostro caso sarebbe l’altra nonna). Però siamo al mare e Santadonna è anche lei in vacanza, a chilometri di distanza da qui.

Il tira e molla è durato una settimana. Li lasciamo con tua madre: no, non è il caso. Li portiamo con noi: no, è una tortura (non ho ancora capito se il termine fosse rivolto a noi o a loro). Vai tu amore che tanto sono tuoi parenti (e io odio i matrimoni, soprattutto d’Estate): no, meglio evitare –che se guido per un’ora dopo mezzanotte rischio di lasciare a casa un vedovo e due orfani non facilmente gestibili. E allora? E allora dai, proviamoci. Tanto l’hai detto tu, amore, che prima o poi dobbiamo uscire la sera con loro. C’è mia sorella, mia mamma, le mie cugine: vedrai che passeranno una bella serata rimbalzati dalle braccia dell’una a quelle dell’altra. E noi ci rilasseremo un po’. Magari riusciamo anche a ballare!

L’ambientazione di scena era perfetta. Villa dell’ottocento appena restaurata, tavoli bianchi sul prato, fra gli ulivi, lunghi viali  fioriti costellati da candele e luci soffuse.I gemelli erano in grande spolvero, ancora con il vestito del battesimo (un po’strettino, ma per quello che l’ho pagato, devo ancora ammortizzarne il costo).Siamo arrivati tardi, come ogni VIP che si rispetti. Eleganti, abbronzati e con il turbo-bi-passeggino. Abbiamo sorriso ai complimenti di tutti.

Poi… poi ci siamo seduti a tavola. E si è scatenato l’Inferno. Ho provato con i ciucci, il grissino, i sorrisi, i baci, le braccia, le canzoni. Niente. All’arrivo del primo eravamo già armati fino ai denti. Non io e i gemelli, ovviamente. Parlo di me e del Papi, che mi guardava quasi soddisfatto sottintendendo “te l’avevo detto”. Me l’avevi detto? Cosa??? Argh. Già non lo sopportavo più. Ma come, non eri tu quello che diceva che dovevamo uscire più spesso? Vabe’, dai. Siamo persone civili, rimandiamo le discussioni a dopo. Dispensiamo qualche sorriso di circostanza ai commensali che per fortuna non si accorgono di niente. Decidiamo di passeggiare i nani a turno per poter mettere qualcosa sotto i denti, a turno. Nel giro di cinque minuti mi ritrovo a camminare per gli eleganti viali fioriti, con il mio microvestito, le mieWeitzman tacco 12, spingendo il turbo-bi-passeggino con dentro solo il nano bruno e tenendo in braccio il nano biondo (bellissimo) che urla a squarciagola.Chiamate l’esorcista.

Ovviamente, non abbiamo idea di cosa si mangiasse per secondo.

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5 commenti:

  1. Ma nooooo!!! E dire che ai matrimoni mi sono sempre spupazzata i nanetti delle amiche! La prossima volta invitatemi ;)

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    1. non vedevo l'ora che qualcuno si proponesse. occhio che nel gruppo FB gemellare di cui faccio parte potrebbero assalirti con le richieste. ci sono circa 150 membri. Te la senti? ;)

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    2. Ecco, appunto, cara ero Lucy una sono io, piacere!
      (((ssshhhhh Ale, non fartela sfuggire, ruba un invito e spediscilo immediatamente...)))

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  2. Lucy? Alessia mi ha consigliato il tuo blog: complimenti!

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