Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

giovedì 9 luglio 2015

Vacanze in Bretagna con bambini

Siamo andati e siamo tornati. La sensazione che ci rimane è quella di una fatica fisica immensa ma di grande serenità interiore. Perché partire con bambini così piccoli e decidere per una vacanza on the road non è per nulla semplice, ma alla fine lascia soddisfatti e appagati. Incontrare mille difficoltà, risolverle insieme, scoprire un mondo nuovo ogni giorno e nuovi modi di affrontare la vita significa crescere insieme. Ne avevamo avuto la prova il primo anno, quando siamo stati in Danimarca, con i gemelli che avevano meno di 2 anni.
Ne avevamo avuto conferma l'anno scorso, dopo il nostro viaggio itinerante austriaco, con i gemelli quasi treenni. E la dimostrazione definitiva è arrivata quest'anno con il viaggio bretone. Con la differenza che adesso è si più facile per tanti aspetti - più che altro logistici (niente pannolini, ciucci, pappe, biberon né trecento cambi per ogni evenienza), ma molto più difficile per altri (rispondere in maniera precisa alle loro esigenze, espresse chiaramente, e ai loro desideri, spesso discordanti da quelli  nostri). Insomma, se prima dove li mettevi stavano, e si stupivano con gioia di ogni cosa, ora l'ago della bilancia delle decisioni tende a spostarsi verso di loro, con genitori volenti o dolenti. Con il risultato che, ad esempio, dopo 10 giorni di cibo francese il Piccolo ha espresso il desiderio imperante di mangiare "cose giuste" e quindi ha richiesto pizza e pasta, proprio in occasione del nostro ultimo giorno di vacanza, nonché anniversario di matrimonio. Io che nella vita ho sempre evitato come la peste gli italiani che all'estero frequentano ristoranti italiani, sono entrata all'Atrium con le lacrime agli occhi e mi sono fiondata su una birra locale per dimenticare ;)

L'errore più grande di questa vacanza è stato pensare di poter fare il giro della regione in 10 giorni. Nulla di più sbagliato: la Bretagna è enorme e racchiude talmente tante cose da fare e posti da visitare che sono tornata con la sensazione di aver sorvolato lievemente sulla regione, senza aver visto nulla davvero. Quindi, se volete il mio parere e decidete di fare qui le vostre vacanze, pianificate di visitare solo un'area (io vi consiglio il Nord) o rischiate di stancarvi come noi e di vedere troppo poco. Trascorrere una o due notti in un albergo non è consigliato, insomma. Fare e disfare bagagli in continuazione è divertente, forse, ma molto impegnativo. Per il resto, scegliete di andare dove volete e godetevela, perché è uno dei posti più belli in Europa, secondo me. Non è bella per i suoi musei o i suoi monumenti, la sua bellezza è nella semplicità delle piccole cose, nella natura incontaminata, nella dolcezza dei suoi paesaggi. E' una bellezza che ti entra dentro e ti rilassa. Non è una bellezza che si impone, che ti stordisce.

Ecco cosa mi ha colpito di più:
- il variare dei paesaggi al cambiare delle maree: ogni volta che arrivavamo in un posto, cercavamo di immaginarcelo con l'alta o la bassa marea, perché è lei che domina la vita di questi abitanti e determina tutto dei paesaggi
- i paesini, soprattutto quelli del Nord, con le gites in pietra viva, le aiuole fiorite e curate, la Chiesetta celtica al centro che domina il territorio con il suo svettante campanile che accarezza le nuvole del cielo che qui, essendo oceanico, sembra molto più basso
- i prati su cui correre, le spiagge con la cui sabbia costruire strutture immaginarie senza fine e i parchi giochi, a ogni angolo, in ogni spiaggia, in ogni paesino

Il nostro giro è stato questo:
- 2 notti vicino Parigi, per consentirci una tappa a Disneyland
- 2 notti al Domaine des Ormes, a Dol de Bretagne, in una casetta sugli alberi. Per visitare M. Sait Michel, sfondarsi di ostriche a Cancale, passeggiare fra le mura della piratesca St. Malo, giocare sulla sua lingua di sabbia sommersa periodicamente dalle maree e divertirsi al fantastico acquario dove accarezzare i pesci della vasca tattile e immergersi sott'acqua con il sommergibile
- 2 notti a Plelo, alla Mason Lamour, un albergo fattoria che più chic non si può, per rilassarsi sulle vicine spiagge di granito rosa, passeggiare sulla sabbia non ancora coperta dalle maree e andare alla ricerca di granchietti, molluschi, pesciolini e conchiglie dalle forme più insolite e per divertirsi seguendo i percorsi degli antichi Galli nel villaggio a loro dedicato
- 1 notte a Quimper per percorrere il sentiero dei folletti che porta dritto al faro della selvaggia P.te du Raz, battuta dai venti
- 1 notte a Vannes per passeggiare tra le case a graticci più belle della regione e per visitare in bicicletta una delle isole su cui si affaccia (Belle-Ile, ad esempio)
- 1 notte a Rennes per conoscere il bel capoluogo della regione o per scoprire le leggende di Fata Morgana e Merlino, di Artù e i suoi cavalieri, nella Foresta di Broceliande
- 1 notte a Le Mans per spezzare in 2 il lungo rientro verso l'aeroporto di Parigi, approfittando del vicino zoo di La Flèche, dove in realtà avremmo potuto anche pernottare guardando i leoni bianchi direttamente dalla nostra camera...

Avvertenze per i viaggiatori: se non vi piacciono le crepes e le cozze state comodi a casa vostra, questo posto non fa per voi. L'accoppiata Moules Frites è alla base di ogni menu da queste parti. I nostri pidocchi per fortuna amano più le cozze che le patatine fritte, quindi non abbiamo esagerato in schifezze. Insomma.

Temperature: sarà anche stata un'Estate eccezionale però non ho mai sentito tanto caldo in una vacanza nordica. E dire che mi avevano detto che da quelle parti esistevano solo 2 stagioni: l'Inverno e il 15 Agosto. Con il risultato che ho viaggiato per 10 giorni con lo zaino carico di ombrello e impermeabili, nell'attesa di un certo temporale che però ancora aspetto. Scema io.

Luce e pasti: sarà che siamo siculi, sarà che abbiamo deciso di muoverci con ritmi lenti e vacanzieri, ma abbiamo avuto qualche problema di approvigionamento. Alla colazione arrivavamo sempre per il rotto della cuffia. A cena non arrivavamo quasi mai perché dopo le 21 nessuno serve più un pasto caldo neanche mosso a pietà nel vedere due bambini affamati. Il fatto è che, da siciliano, chi ha voglia di sedersi a tavola con il sole alto come se fossero le cinque? O di andare a letto con la luce? Però lì a fine giugno fa buio alle 23,30 e allora era il gatto che si mordeva la coda: andavamo a letto tardi, riuscivamo a stento a fare colazione e la sera ci accontentavamo di gallettes. Non ditelo ai servizi sociali. Anche perché sono tornati sani, in piena salute e anche molto abbronzati, loro (non parlo dei servizi sociali, mi riferisco ai nani).

Sole: una conseguenza delle due voci precedenti. Il sole brucia anche lì, mettetevelo in testa. Lo dico soprattutto ai siciliani. Non fate come me che l'ho snobbato tutto il tempo, il sole, e una sera mi sono coricata che sembravo Sbirulino con il naso rosso fuoco e una evidente sensazione di avere esagerato.

Shopping: se amate lo stile Petit Bateau e le sue righe marinare riempite il portafogli prima di partire. Troverete di che spendere. Anche troppo.

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