Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

mercoledì 5 marzo 2014

Fin troppo facile averne uno

Certo che con uno è tutto più semplice. Parlo di nani, ovviamente.

Stamattina il Papi ha portato la pulce bionda a fare gli esami del sangue. Io che quando vedo un ago svengo anche se dista metri da me, figuriamoci se potevo permettermi di accompagnare il mio piccolo indifeso pulcino. Gli avrei trasmesso un'ansia pazzesca e probabilmente nel momento clou sarei scappata a gambe levate con il mio frugoletto. Di accompagnare il Papi non se ne parlava neanche, no grazie. Io resto a casa e mi godo il nano ricciolo, per una volta soli, io e lui. Lui che però non era proprio d'accordo.
Si è svegliato e ha chiesto subito di Dudu e ci ho messo un'ora per convincerlo che sarebbe tornato presto, e che adesso era dal dottore, con il Papi.

L'ho lavato, cambiato e vestito in un batter d'occhio (ho scoperto che non dover ripetere le operazioni per due fa risparmiare il doppio del tempo!) e siamo usciti canticchiando la canzone dei nani che vanno a lavoro (noi invece ce ne andavamo a passeggio).

Prima tappa: colazione al bar. Io e lui, seduti occhi negli occhi. Beh, non proprio. In effetti c'era anche Capitan Uncino tra noi, quel rompiballe. Si è anche mangiato un po' del mio cornetto al pistacchio e bevuto un po' del succo di pesca del mio nano. Comunque ci siamo fatti quattro chiacchiere, io e il mio ometto. E quanto è più facile essere in due, seduti al bar e avere tutto sotto controllo!

Poi siamo usciti. E dato che eravamo soli e un paio di occhi bastavano a controllarlo, l'ho lasciato libero di spingere il suo passeggino avanti e indietro sul marciapiede di fronte al bar, mentre io mi fumavo una sigaretta post caffé seduta in un tavolino esterno (non lo faccio mai, ma ogni tanto...!). Lui si divertiva da morire, ad essere così meravigliosamente libero. Passeggia passeggia, ci fermiamo davanti a una piccola edicola-libreria di quartiere e decidiamo di entrare. Ecco, quando sono due è impossibile entrare liberamente in un negozio perché rischiano di smontarlo. Invece, da soli, io e lui, abbiamo scelto 3 libri e un grandissimo puzzle di Peppa: ben 34 pezzi (neanche a dirlo, appena siamo arrivati a casa l'ha completato in 5 minuti, mentre io gli preparavo la pappa). E i libri sugli scaffali sono rimasti tutti al loro posto.

Al supermercato è stato ancora più romantico: lui sul seggiolino che mi aiutava a mettere le cose nel carrello e mi dava baci allegri (anche se ogni tanto Uncino faceva capolino da dentro il suo giubbotto per tenere la candela) e nessuno che spingeva da dietro perché era arrivato il suo turno di stare seduto e non in piedi nel vagone grande. Senza contare che ho potuto fare provviste per una settimana, dato che finalmente nel carrello c'era spazio per la spesa, e non per l'altro mio nano.

Avrei voluto continuare la nostra dolcissima passeggiata ma alla cassa del supermercato ci siamo accorti che si era messo a diluviare e allora tutti imbacuccati, io con il mio ombrello, lui con il suo, siamo tornati a casa divertendoci un sacco: sotto l'ombrello non ci si bagna, wow!, e se è trasparente si vede anche la pioggia che cade dal cielo, doppio wow! Insomma, uno spasso. Neanche a dirlo, ovviamente, anche qui, troppo facile averne uno. E ogni tanto piace anche a me.

2 commenti:

  1. è vero quando si riesce a dedicare tempo ad uno solo è diverso...ieri impegnata in una lettera con un libro interattivo in tandem è stato un delirio ed ho pensato che se avessi dedicato tempo prima ad uno e poi all'altro sarebbe andata diversamente..ma chi prima e chi dopo.... pazienza.... poi però c'è il rovescio della medaglia a volte DUE E' MEGLIO CHE UNO...

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