Diario semi-serio di una mamma catapultata su Gemellandia. Tra lavoro, nani e (tentativi di) vita sociale.

venerdì 3 agosto 2012

La coda delle lucertole

E' stata una giornata faticosa. E' iniziata alle 6.00 con la sveglia del Piccolo affamato. Nei 45 minuti di macchina da qui all'ufficio, il Papi guidava e cercava invano di fare conversazione. Io lavoravo al pc e cercavo invano di farlo tacere. Almeno un pò. Arrivata in città, ho sistemato una parte della cucina, a casa nuova, ma dato che gli scatoloni aumentavano, anziché diminuire ho abbandonato l'attività, frustrata, e sono stata qualche ora in ufficio. Infine, mi sono premiata con una visitina allo showroom della mia stilista preferita, dove ho comprato una stola adatta al vestito che indosserò in occasione del matrimonio della sorellina, l'8 Settembre.



Tornati a casa siamo stati un pò al mare con i nani, i quali, per nulla intimiditi, hanno fatto amicizia con la ricciola Carlotta di due anni e mezzo. Biondissima e abbronzatissima, se la godeva in mezzo ai due furbetti che le sorridevano e la accarezzavano: uno a destra e l'altro a sinistra. Al punto che quando siamo andati via è scoppiata in lacrime. Ah! Le donne.

A cena, la conversazione tra nonna e zio moderno si è trasformata in un monologo: dello zio moderno con Lollino, affetto da congiuntivite. Lo zio moderno rimproverava il Piccolo di essersi fatto troppe canne e di moderarne l'uso, soprattutto prima di una cena in famiglia. La bisnonna faceva finta di non sentire.

Per concludere la giornata in bellezza, Lollo riesco ad addormentarlo subito, Tommi no. Tommi non ne vuole sapere. Sebbene stia crollando dal sonno, lui resiste: ride e piange. Ma soprattutto ride, perché a dire il vero trova questo movimento davvero divertente. Come si fa ad andare a letto, nella cameretta al primo piano, quando al piano di sotto c'è questa bella festa con tanta bella gente? No way. Zero banane. Lui dice: io resto qui. E se mi porti a letto urlo come un ossesso, che tanto ancora l'esorcista non l'hai mai chiamato, sebbene minacci di farlo tutte le volte.

E allora io e il Papi cerchiamo di farlo rilassare sul dondolo, nel patio vista mare. Io canto la ninna nanna. Lui si accoccola tra me e il Papi. Canta con me (a modo suo). Poi alza la testa, mi guarda, sorride e la spinge pesantemente di nuovo sul mio petto. Così per una ventina di minuti. Ecco, avete presente la coda della lucertola che, quando si spezza, continua a muoversi? La metafora è perfetta per descrivere la mia Pagnotta, stasera, prima di crollare definitivamente.

2 commenti:

  1. Quanto mi fanno ridere i siparietti delle cene di fsmiglia :D

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    1. bello eh? già, #beimomenti, come si direbbe su Twitter. scene di vita dalla famiglia allargata. infinita fonte d'ispirazione!

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