venerdì 7 dicembre 2012
In radio c'è un pulcino
Ieri sono stata invitata a parlare del blog in una radio. La scorsa settimana, quando è arrivata la proposta, per la vergogna ho risposto "ci posso pensare?". Così, ancora prima di cominciare, avevo collezionato la prima figura di m* e la mia intervista non iniziava con i migliori auspici. Per completare il quadro, ieri mattina mi sono svegliata distrutta, dato che la notte era andata praticamente in bianco causa mix di raffreddori, influenze e capricci dei nani. Mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: menomale che è una radio. Niente servizi fotografici, niente TV. Solo una radio. Certo, avrei voluto essere brillante, ma tutto sommato risulterò "reale": una vera mamma di gemelli alle prese con notti da incubo. Può andare. Ma la fortuna per ora non gioca dalla mia parte perché, appena uscita da casa, si è messo a diluviare e ieri il mio unico mezzo a disposizione era il motorino: sarei arrivata in radio stanca morta e colata come un pulcino (qui la canzone del Pulcino Pio ci sta tutta: in radio c'è un pulcino, in radio c'è un pulcino, il pulcino Pio il pulcino Pio, il pulcino Pio... poi c'è anche la gallina ma la giornalista che mi ha intervistato non sarebbe molto contenta di leggerlo - pardon Filippa!)
. Con quelle occhiaie e i capelli appiccicati in viso sarei stata la versione bionda di Mortisia. Per fortuna il mio Gomez si è impietosito e mi ha dato uno strappo con la macchina. Solo che sono arrivata a destinazione 2 ore prima dell'appuntamento. Poco male. Io sono una che cerca sempre il lato positivo. Sarà colpa del fatto che mi hanno costretta a leggere Pollyanna da bambina. Dato che non pioveva più, ne ho approfittato per fare 4 passi e comprare il box doccia del bagno ospiti e 7 regali di Natale. In più mi sono goduta cappuccino e cornetto in santa pace. Sembravo quasi una persona normale con gli occhiali da sole, seduta al bar, a studiare i miei appunti e a rispondere al telefono. Proprio una bella sensazione.
In radio è stato divertente. La speaker-deejay-giornalista era una mia vecchia conoscenza di un corso di francese che risale a una vita fa. Lei aveva il pancione e non parlava d'altro che di bambini. Io arrivavo sui miei stiletti e durante la lezione di nascosto controllavo le mail di lavoro sul telefonino. Ieri quasi non ci riconoscevamo: lei supertrendy con un gilet di ecopelliccia e un look perfetto anni '70, io non lo so, cambiata molto sicuramente. Il programma è durato quasi un'ora e noi, fra una canzone e l'altra, abbiamo chiacchierato davanti al caffé come vecchie amiche, tanto che non ricordo cosa ho detto in onda e cosa a microfoni spenti. Non ho idea di come possa essere stato percepita all'esterno, questa chiacchierata senza intervalli. Dopo pochi minuti che parlavamo di pannolini e ciucci, in effetti, rendendomi conto di essere in diretta, mi sono fermata e le ho chiesto, in modo del tutto spontaneo: "ma interessa davvero quello che stiamo dicendo?".
Perché io due anni fa mi sarei annoiata a morte a sentire o discutere di questi argomenti. Oggi cerco invece il confronto con altre mamme, con altre esperienze. La vita ci cambia davvero tanto, ma per fortuna non siamo solo mamme, per fortuna la vita che prende varie forme ci completa e ci fa essere anche altro. E' solo che in certe circostanze, e in certe fasi dell'esistenza, una forma prende il sopravvento sull'altra.
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Eh sì hai ragione, la vita ci cambia tantissimo. Poi diventare mamma e di due gemelle non poco, ne so qualcosa. Comunque complimenti per il tuo blog.
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