Finalmente si è conclusa una durissima settimana lavorativa.
Se penso alla prossima sto male, quindi è meglio che mi concentri su questo bel
weekend che mi aspetta. Che, a onor del vero, è iniziato secondo i migliori auspici.
Abbiamo staccato presto al lavoro, complice una pausa pranzo inesistente. Ci
siamo fatti fuori una bella brioche con panna montata e gelato (pistacchio di
Bronte e cioccolato fondente). E in un’ora eravamo dai nani che ci hanno
accolto con il sorriso più simpatico, la pancia piena e il costumino messo.
Li abbiamo catapultati in spiaggia in un nanosecondo, giusto quello che serviva a spogliarci dei vestiti da città. In spiaggia hanno gattonato, giocato con secchiello e paletta e mangiato i sassi (quelli grossi). Hanno urlato alle onde e sorriso a tutti i vicini di ombrellone (soprattutto alle bambine più grandi). Non hanno dormito neanche un po’, ma questo lo sapete già. Dopo un’ora siamo tornati, abbiamo fatto il bagnetto e mangiato un piatto gigante di pastina con zucchina e formaggino. Tom ha gradito anche mezza banana e ha preteso un po’ della nostra insalata di riso e purea di patate (si, è un po’ sovrappeso – ma è bambino, poi sfila, no?). Poi abbiamo giocato ancora nel recinto e siamo andati in bici per digerire. Stanchi e felici, li abbiamo addormentati in 10 minuti, dopo il nostro rito notturno, nei loro lettini. Abbiamo cenato a tavola, con la solita ormai usuale compagnia (l’argomento moderno di oggi erano i preti, ma questa volta proprio non posso raccontarvi la discussione dello zio moderno con la bisnonna – che faceva finta di non sentire o di non capire). Ora io e il Papi stiamo lavorando un po’ sotto il cielo stellato (il resto della famiglia si gode alla tele lo start-up delle Olimpiadi). Ci guardiamo e speriamo segretamente che questa calma duri anche stanotte. E commentiamo che sono passati i giorni in cui non riuscivamo neanche a mangiare… e anche se la notte ancora non riusciamo a dormire siamo ottimisti.
Li abbiamo catapultati in spiaggia in un nanosecondo, giusto quello che serviva a spogliarci dei vestiti da città. In spiaggia hanno gattonato, giocato con secchiello e paletta e mangiato i sassi (quelli grossi). Hanno urlato alle onde e sorriso a tutti i vicini di ombrellone (soprattutto alle bambine più grandi). Non hanno dormito neanche un po’, ma questo lo sapete già. Dopo un’ora siamo tornati, abbiamo fatto il bagnetto e mangiato un piatto gigante di pastina con zucchina e formaggino. Tom ha gradito anche mezza banana e ha preteso un po’ della nostra insalata di riso e purea di patate (si, è un po’ sovrappeso – ma è bambino, poi sfila, no?). Poi abbiamo giocato ancora nel recinto e siamo andati in bici per digerire. Stanchi e felici, li abbiamo addormentati in 10 minuti, dopo il nostro rito notturno, nei loro lettini. Abbiamo cenato a tavola, con la solita ormai usuale compagnia (l’argomento moderno di oggi erano i preti, ma questa volta proprio non posso raccontarvi la discussione dello zio moderno con la bisnonna – che faceva finta di non sentire o di non capire). Ora io e il Papi stiamo lavorando un po’ sotto il cielo stellato (il resto della famiglia si gode alla tele lo start-up delle Olimpiadi). Ci guardiamo e speriamo segretamente che questa calma duri anche stanotte. E commentiamo che sono passati i giorni in cui non riuscivamo neanche a mangiare… e anche se la notte ancora non riusciamo a dormire siamo ottimisti.
Sì, non potrà che migliorare! E diffida di chi ti dice il contrario come è capitato a me più volte: la fatica fisica sarà sempre meno anche se si avranno più preoccupazioni.
RispondiEliminaAmo tutte voi che mi dite così. Ogni volta. Anche se mentite. Anzi, vi prego, continuate a mentire...
Elimina;)
Apprezzo che almeno stavolta ci hai risparmiato dalle inutili discussioni sui preti...
RispondiEliminaIna
Non sarebbero inutili, ma questo non è il luogo adatto. Scusami Ina, ma te lo raccomanda il dottore di leggere il mio blog? Perché ti fai del male?
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